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  1. Sailor Moon and the last tear of sunshine
    Sequel di Sailor Moon and the Lullaby of the Dragonfly

    AvatarBy Etolies il 18 Sep. 2011
     
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    E’ il più grande difetto dell’Umanità, dell’essere umano, dell’essere donna. E’ l’insicurezza. E’ pensare che ciò che fanno gli altri, ciò che dicono, ciò che sono, sarà sempre meglio di quello che sei tu. E’ credere di non essere all’altezza, di non valere, di non saper scegliere e per questo motivo devono essere altre persone a decidere per te. E’ essere convinti che una volta saputo cosa ci aspetterà non sarà più possibile cambiare, agire diversamente. E’ la debolezza nata dalla troppa bontà sempre presente nei cuori degli ingenui.

    Poi accade qualcosa, avvenimenti che vanno oltre l’immaginabile, il mondo inizia a calpestarti, a lasciarti in disparte, a prendersi troppe libertà.

    Accade che qualcuno comincia a trattarti esattamente per quella che sei, inizia a guardarti con occhi diversi, sani, non condizionati da passato e futuro. Ti conosce per come ti vede, per come ti sente.

    E allora capisci che la vita è solo nelle tue mani, che sai di valere qualcosa, che sai di poter decidere per te stessa.

    Capisci che l’amore non è scritto. L’amore è vissuto.

    -CAPITOLO 1-

    -RICOMINCIARE-

    Sicura, decisa, irremovibile. Lo sguardo di Bunny non esprimeva altro che fermezza e convinzione. Il suo “no”, quella sua risposta tanto inaspettata era rimbalzata nell’ambiente su pareti invisibili che si erano eretti così freddamente come le loro espressioni. Nessuno riusciva a capire come avesse potuto avere una tale reazione, tanto meno Seiya che, sbalordito ma felice allo stesso tempo, continuava a tenerle stretta la mano, esattamente come lei aveva voluto.

    “Cos’hai detto?”. La domanda di Kakyuu appariva più un’ammissione di inquietudine piuttosto che di sfida.

    “Ho detto no” ripeté Bunny, risoluta “non ti guarderò negli occhi, non lascerò che tu cancelli i miei ricordi” disse, volgendo lo sguardo verso Seiya “i miei bellissimi ricordi” precisò, per poi riporre l’attenzione su Kakyuu.

    La Principessa si guardò intorno, cercando nei visi delle guerriere qualche segno testimone di colpevolezza, cercando la persona che le aveva rivelato il piano. Ma avevano lo stesso sguardo smarrito proprio dei suoi occhi e ciò provava che nemmeno loro ne sapevano niente, come lei.

    “Tu…tu non puoi saperlo…come fai a saperlo…”

    “Non ci vuole molto” intervenne Yaten, appesantendo la situazione “sappiamo benissimo chi le ha detto tutto, non è vero…Seiya?”

    “Che cosa?” urlò, voltandosi di scatto “No!” lo fermò Bunny, tirandolo a se “non è stato lui, non è stato nessuno. Lo so e basta!” chiarì, prima che potesse sfociare in una lite.

    “Bunny, possiamo spiegarti…” “Non ti preoccupare, Rea, non è necessario” la precedette, sorridendo “non sono arrabbiata con voi! E nemmeno con voi” proseguì rivolgendosi ad Heles e Milena, pietrificate “non più ormai”

    “…non più?” sottolineò Kakyuu. Bunny esitò qualche secondo, il modo in cui la principessa la fissava le provocava solo ansia, rendendola maggiormente nervosa. Annuì, senza aggiungere altro ma sentiva che non sarebbe finita così.

    “Ascoltatemi” riprese, notando comunque come Kakyuu non le togliesse gli occhi di dosso, imperterrita “so perché siete arrivate fino a questo punto, fino a prendere una decisione così estrema. Ma credetemi se vi dico che questa non è la scelta giusta, che allontanarmi da una persona non vuol dire dimenticarla.

    So che avete paura, che pensate che abbia smarrito me stessa ed il compito che mi appartiene. Ma non è così, anzi. Non sono mai stata così sicura di me stessa in tutta la vita. E so che vi sembrerà strano ma il merito di tutto questo, il merito per come sono ora…è solo suo. Quindi dovete smetterla di tentare in tutti i modi di dividerci perché non succederà mai! E dovete smetterla di pensare che stare con lui comporterà non prendere le mie responsabilità, conosco il mio dovere e lo manterrò. Quando tornerò sulla Terra risolverò le questioni in sospeso e continuerò a difendere il mio Pianeta, esattamente come ho sempre fatto. Ma resterò con lui, con o senza la vostra approvazione.

    Se ora mi vedete come Bunny, siate mie amiche ed appoggiatemi in questa scelta. Ma se mi vedete solo come Serenity, abbiate la coscienza di rispettare la volontà della vostra Principessa. Ora ricomincio da qui, ricominciamo da qui.

    Una cosa è certa…non deciderete più per me” concluse, lasciandoli senza fiato, senza respiro, come se le sue parole veementi avessero rapito l’ossigeno dai loro corpi.

    L’ultima sillaba pronunciata da Bunny fu l’ultimo suono che rintoccò nell’aria, il loro silenzio era quasi imbarazzante, solo leggeri passi scricchiolanti sul pavimento lo ruppero, passi in avvicinamento, passi verso di lei “Oh Bunny…” esclamò Kakyuu con volto deluso, terrorizzato “Bunny…che cosa hai fatto?”.

    Il silenzio cadde nuovamente ma ancora più in profondità, in modo ancora più terrificante. Bunny osservava Kakyuu nella più completa disperazione, c’era qualcosa che sapeva, qualcosa di talmente terribile da farla rabbrividire. Perché le aveva detto quelle parole.

    “Lasciateci sole” ordinò Kakyuu, senza distogliere lo sguardo da Bunny, immobile, raggelata. Il tono della Principessa era stato talmente minaccioso da non farli dubitare nemmeno per un secondo. Ubbidirono, lasciandole sole in quel segreto che mai avrebbero dovuto scoprire.

    Trascorsero parecchi minuti prima che Kakyuu cambiasse posizione. Sembrava una statua, senza sentimento, senza nucleo vitale, senza sapere cosa fare o da dove cominciare. Bunny allo stesso modo non tentava nemmeno di muoversi. Kalliope era stata chiara, nessuno avrebbe mai dovuto saperlo, ma la soggezione di Kakyuu non era così vincibile. Eppure doveva provarci.

    “Principessa…” tentennò, senza avere alcuna risposta. Accennò ad un sorriso per sciogliere un po’ il ghiaccio, per sembrare tranquilla “non so a cosa tu stia pensando ma io non ho fatto niente” rise, non volendosi sbeffeggiare di lei ma cercando solo una via d’uscita il più indolore possibile.

    Kakyuu le voltò le spalle, passeggiando su e giù per l’ampio balcone, incurante di come stesse trascinando il vestito a terra, raccogliendo ogni singolo rimasuglio di polvere. Stava pensando, stava analizzando, stava cercando la risposta a tutto ciò. Poi si bloccò, appoggiando le mani sul cornicione, come se non riuscisse a sopportare ciò che aveva in mente, come se il peso del corpo non le permetteva di reggersi in piedi autonomamente.

    “Bunny, ti prego…rispondi sinceramente a ciò che sto per chiederti” “Si…va bene” rispose balbettando. Kakyuu si voltò per poterla guardare nuovamente ma con occhi diversi, occhi languidi, inumiditi da lacrime trattenute dalla sua stessa volontà. Bunny s’irrigidì, non l’aveva mai vista piangere, mai.

    “Bunny…” inspirò profondamente “…hai mandato indietro il tempo?”.

    Bunny tacque, indietreggiando di qualche centimetro. Come l’aveva scoperto? Non era possibile, solo lei ne era a conoscenza, solo lei doveva saperlo, nessun altro. Le labbra tremavano come se fossero assiderate, il torpore dalle mani si espanse fino alle gambe, non lasciando dubbi sulla sua risposta.

    “Non posso crederci” disse Kakyuu, portandosi la mani fra i capelli “l’hai fatto per davvero! Hai portato indietro il tempo!”

    “Ma…ma come lo sai?”

    “Allora è così, è proprio così! Bunny ma ti rendi conto di cosa hai fatto? Ti rendi conto delle conseguenze?”

    “Io non credevo, Kalliope mi aveva detto che…”

    “Kalliope? Come conosci le libellule? Sono state loro?”

    “…si”.

    Kakyuu riprese a camminare imbizzarrita, non volendo credere che ciò che temeva si fosse realmente realizzato. Bunny le corse incontro cercando di fermarla “Principessa, perché fai cosi? Ti prego parlami!” ma Kakyuu non smetteva di camminare, farfugliava con se stessa frasi senza senso, muovendo freneticamente le mani, come se stesse calcolando qualcosa “Di quanto sei tornata indietro?” “Cosa…”

    “Rispondi Bunny!! Di quanto sei tornata?”

    “Non lo so…un paio di mesi credo” “Mesi?” ripeté, senza fermarsi un momento.

    Alla sua vista, Bunny diventava sempre più irrequieta, sempre più impaziente, non avrebbe sopportato oltre. Si parò velocemente davanti al suo cammino costringendola a bloccarsi una volta per tutte “Ti prego smettila, smettila!!” gridò a voce strozzata “che cosa sta succedendo? Perché sei così spaventata?”.

    Kakyuu riprese fiato, come se avesse corso per chilometri senza una meta. Si asciugò le lacrime dal viso, riprendendo la tranquillità che aveva smarrito “Ora sarà tutto diverso, dovremmo fare i conti con le conseguenze, non ci sarà scampo, non ci sarà soluzione e ce ne accorgeremo molto presto…”

    “Conseguenze? Ma di cosa stai parlando cos’è che succederà?”. Kakyuu si fece scivolare a terra, le gambe non la reggevano più. Le incrociò come una bambina in cerca di protezione, mentre le lacrime cominciarono nuovamente a sgorgare incontrastate. Fissò Bunny negli occhi, trasmettendole il terrore proveniente dal suo profondo “Ora cambierà…cambierà tutto”.
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    ma non puoi mollare il capitolo così... :cry:
    sono curiosa di sapere come faceva kakyuu a saperlo e soprattutto che conseguenze ci saranno... :unsure:

    P.S.: vero, il sottotitolo del topic è un po' lunghetto...cosa ci scrivo per accorciarlo? :)
     
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  2. *.Crystal.*
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    Stupendo questo primo capitolo, mi è piaciuta molto la determinazione di Bunny per non dimenticare il suo amore, ha fatto addirittura far tornare indientro il tempo, che suspance e chissà ora cosa accadrà...
    Sempre bravissima non ti smentisci mai :)
     
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    jump and touch the sky.

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    ...ma perchè kakyuu si preoccupa tanto??
    oddio... O.O
    non vedo l'ora di vedere cosa succederàààà!!
    Ciaoo^^
     
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  4. {Miko •.•
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    Mamma mia, ma è stupendo!!!
    Mi ha preso un casino!!!
    Complimenti **
     
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  5. Etolies
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    27/9/2011, 11:36     +1   Top   Dislike
     
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    CAPITOLO 2


    -IMPRONTE DI ZOCCOLI-

    Kakyuu si era ritirata nella sua stanza. Non aveva parlato con nessuno nel tragitto lungo i corridoi del Palazzo e nessuno aveva osato chiederle qualcosa. Il suo silenzio diceva tutto, la sua espressione era limpida volontà di solitudine. Immersa nei suoi pensieri, aveva chiuso la porta alle sue spalle senza fiatare, accrescendo così la curiosità di chi la osservava.

    Bunny si trovava ancora appoggiata al cornicione del terrazzo, mentre le parole della Principessa continuavano inesorabilmente a ripetersi nella sua testa come un nastro incastratosi nel mangia cassette. La preoccupazione di Kakyuu ora era diventata la sua. Tutto sarebbe cambiato, niente sarebbe stato come prima e presto lo avrebbe notato, presto avrebbe dovuto digerirne le conseguenze ed affrontarle. Ma cosa voleva dire? Come poteva essere tanto pericolosa la sua scelta? E se davvero lo fosse stato, perché mai Kalliope glielo avrebbe permesso? Quante domande e nuovamente nessuna risposta. Sembrava la storia della sua vita, ormai.

    “Pensierosa?”. Seiya si appoggiò allo stesso modo, copiandone la posa. Braccia intrecciate, palmi delle dita che a mala pena sfioravano il marmo, sguardo fisso verso il vuoto, parole mancanti ma sogni sempre verdi.

    “Si, purtroppo” rispose, sospirando. Seiya socchiuse gli occhi, sentiva nell’aria che altri problemi stavano per raggiungerlo, vedeva la tranquillità sempre più lontana dal suo futuro.

    “Cosa ti ha detto la Principessa?”. Bunny esitò qualche secondo, avrebbe voluto dirgli tutto, non voleva avere segreti con lui, soprattutto con lui, dato che era l’unica ragione di tutto ciò. Poi si tirò indietro, per quando volesse essere sincera doveva mettere al primo posto la promessa fatta a Kalliope, anche se d’altra parte l’aveva già trasgredita.

    “Non posso parlartene, Seiya…mi dispiace”. Seiya sorrise, quasi fosse scontata come risposta “Si, lo sapevo già” disse, ponendo la mano sopra la sua “Vieni, ho una piccola sorpresa per te”. Bunny lo guardò, era talmente felice di vederlo respirare che s’incantò sul suo petto, seguendone i movimenti dello sterno. Lo toccò per percepirne il battito del cuore, il calore del corpo proprio di un uomo pieno di vita.

    “Cosa c’è?” chiese, sorpreso. Bunny agitò la testa, costringendo se stessa a tornare con i piedi a terra “Niente, scusa”

    “Ti vedo strana…diversa” “Sono sempre io, Seiya…forse un po’ più sicura di chi sono realmente”

    “E da cosa deriva tutta questa sicurezza?”. Bunny lo fissò nuovamente, rapita da quel sinuoso pulsare “Il tuo cuore batte” rispose, senza distogliere lo sguardo “i tuoi polmoni respirano...” aggiunse, guardandolo negli occhi “sei qui…ecco cosa mi rende più sicura”.

    Seiya la osservò, incantato dalle sue parole ma allo stesso tempo impaurito. Non era la Bunny di sempre, non era la ragazza timida ed insicura che conosceva. Qualcosa era diverso in lei ma non ne capiva il senso, il perché. Le prese le mani stringendole forte, come a dimostrarle concretamente la sua presenza accanto a lei “Certo che il mio cuore batte…batte per te! E i miei polmoni continueranno a respirare finché il tuo ossigeno li farà sopravvivere. Non ti lascerò mai te l’ho promesso tempo fa…e te lo giuro anche ora. Io non ti lascerò mai” concluse, abbracciandola stretta, facendola sentire parte di lui.

    “Adesso seguimi, voglio portarti in un posto”. Bunny annuì, senza chiedere altro.

    Il retro del palazzo nascondeva luoghi difficili da scovare se non hai la chiave esatta. E quella chiave era Seiya, conosceva i cunicoli di quel castello da moltissimo tempo e ne aveva tratto i suoi benefici. La porta di pietra non era minimamente disegnata sull’alto muro portante la torre di vedetta, non si sarebbe mai aperta se Seiya non avesse estratto, dalla statua raffigurante la loro cometa, la scia stellare perfettamente scolpita col marmo. Al suo tocco, la parete svelò il passaggio segreto che conduceva ad una scivolosa scala a chiocciola verso chissà quale luogo nelle fondamenta del castello.

    “Bunny dammi la mano, qui è facile scivolare”. Ubbidì, afferrandolo stretto ed inoltrandosi nel buio del portale.

    Al loro passaggio, piccole ma sfavillanti candele si accendevano illuminando il percorso. La scala scendeva sempre più giù dove l’occhio non poteva raggiungere il fondo. L’umidità delle mura si rivelava da piccole gocce incastonate tra le fessure delle pietre, creando così fastidiosi rumori simili a rubinetti che perdono continuamente fili d’acqua.

    “Dove stiamo andando?” chiese curiosa, mentre la sua voce echeggiò metallica “Diciamo che abbiamo bisogno di un mezzo di trasporto” sorrise Seiya, ponendo il piede sopra l’ultimo scalino.

    Le colonne possenti sorreggevano l’ampia struttura, la luce si fece sempre più forte grazie ai larghi candelabri che scendevano dal soffitto. La stanza era ampia ed alta, sembrava una casa sotto terra, un rifugio sotto al Palazzo.

    “Lo tenete per proteggervi in caso di attacchi?” chiese Bunny, curiosa più che mai “E’ stato pensato proprio per questo” rispose Seiya, giungendo di fronte ad una vasta porta in legno incastonato con bulloni di ferro “…e invece?” insistette Bunny. Seiya sorrise, spingendo con forza il portone “…e invece è diventato un garage”. Al di là di quell’entrata splendevano macchine e moto di lusso, i colori della carrozzeria bastavano come fonte di luce nel buio del sotterraneo, la cilindrata si capiva benissimo senza provarne la potenza. Bunny non pensava che al di sotto di quello che fin’ora sembrava un antico rudere medievale, potesse esserci uno showroom di nuova generazione. Sembrava che due tempi si fossero mischiati, XIV secolo che si fondeva con il XX. Quali altre cose avrebbe dovuto scoprire di quel posto?

    E mentre lei ammirava quel miracolo della tecnologia, Seiya si sedeva al di sopra di una delle fantastiche moto da corsa rosso scintillante, allungando nel frattempo la mano per invitarla a salire dietro di se.

    “Quella moto è tua?” domandò, avvicinandosi “A dir la verità è di mio fratello” rispose, sorridente e in modo furtivo.

    “Quale fratello?” “…Yaten” precisò Seiya, indossando il casco dal vetro nero impenetrabile dal sole.

    “Non credo che sarà molto felice di quello che stai facendo” disse, salendo anch’essa sulla moto “Si lo so” rispose ironico “ma quando se ne sarà accorto noi saremo già troppo lontani”.

    Si assicurò che Bunny cingesse a sufficienza le braccia attorno alla vita, sentendosela ancora più vicino di quanto mai avrebbe pensato, sperato, sognato. Il rombo dei motori rimbombò tuonante, le gomme sgommarono stridule sul pavimento bagnato e la moto corse a velocità sostenuta verso un’altra parete da cui non sembrava esserci uscita. Ma come ogni cosa li dentro, niente era davvero chiaro. Quando furono a pochi metri dal muro, questo si abbassò, creando così una rampa verso l’alto che li riportò all’aria aperta, dove i codini di Bunny volavano liberi al vento immersi nella natura del paesaggio circostante.

    L’ora era quella propria del tardo pomeriggio. Non c’erano orologi a segnarlo ai loro polsi, bastava guardare i colori crepuscolari di cui s’intingeva il cielo. I campi da spaziosi e verdi divennero sempre più piccoli fino ad assomigliare ad esili aiuole qua e la per la strada. L’erba fece posto alla roccia, la terra fece posto alla sabbia.

    Scendendo per una rupe di sassi rossi, Seiya la condusse in una nuda spiaggia, isolata, dimenticata dal mondo. Era così perfetta che nessuno mai ci aveva messo piede. Non c’erano conchiglie lungo il mare, quasi volesse tenersi per se tutto ciò che aveva da offrire.

    Scendendo dalla moto, Bunny sentì la tiepida e morbida sabbia sotto ai suoi piedi. Il mare era così calmo da lasciar correre i suoi pensieri in un posto in cui avrebbe potuto ricercarli quando voleva. Ma non era quello il momento.

    “Ti piace?” domandò Seiya, posando il casco a terra vicino le ruote “E’ bellissimo” rispose, senza attendere un attimo. Le alte montagne Magenta che si innalzavano alle loro spalle riuscivano a domare la tranquillità e privacy da tempo ricercata. Nessuno li avrebbe mai visti, nessuno avrebbe rovinato quell’attimo di pura pace.

    “Era questa la sorpresa?” “Non proprio” rispose, bendandole gli occhi a tradimento con una bandana che aveva appositamente nascosto in tasca “Cosa fai?” domandò Bunny con la sua irrefrenabile voglia di sapere prima del tempo “Te l’ho detto” rispose, prendendola per mano “è una sorpresa!” disse, iniziando a camminare.

    In quel momento vedeva due volte. Con i suoi occhi, immancabilmente speranzosi di renderla felice, e con quelli di Bunny, rinchiusi nel buio della stoffa ma curiosi allo sfinimento. Con una mano teneva stretta quella di Seiya mentre con l’altra cercava di afferrare l’aria di fronte a se, come a voler toccare qualcosa che costituisse un indizio a suo favore. Ma non fu qualcosa che toccò a sorprenderla ma qualcosa che sentì, qualcosa che odorò.

    “Cos’è questo odore?” chiese, più a se stessa che a lui, annusando pienamente l’aria per capirne la provenienza “sembra quasi…sembra…fieno…” disse, mentre Seiya le sciolse la benda dagli occhi rivelando ciò che era proprio davanti a lei. Il respiro le si bloccò, forse per l’inaspettata visione, forse per la bellezza, forse per entrambe le cose.

    Erano due, due bellissimi cavalli, di colori diversi, di razze diverse. Il primo era bianco panna, con sfumature grigie che partivano dal collo fino a scendere come gocce di pittura sulle zampe. Gli occhi turchesi si abbinavano perfettamente all’argentea criniera, liscia, finissima, perfetta. Il secondo al contrario era di un color castagna, con chiazze bianche qua e la tra cui una sul lungo muso, ricamandone così gli occhi mandorla.

    I due cavalli erano tranquilli nel loro piccolo angolo di paradiso, mangiando fieno senza doversi preoccupare di mosche o chissà quale altro insetto sempre pronto a disturbarli. Sembrava che quel luogo fosse ritrovo di beatitudine anche per loro. Bunny si avvicinò, sfiorandone entrambi i musi. Il pelo era talmente spumoso da volerci navigare dentro. Erano praticamente perfetti nello loro semplicità.

    “Allora…cosa ne dici?” “Sono…meravigliosi” rispose, estasiata “Sono davvero fantastici, credo di non aver mai visto cavalli più belli in vita mia” “Bene” rispose Seiya, piegandosi di fronte a lei e dandole contemporaneamente le spalle “sei pronta?”

    “Per cosa?” chiese, confusa “Come per cosa?” ripeté divertito “per la cavalcata al tramonto è ovvio!”

    “Cosa?? Io non so andare a cavallo, non ci sono mai andata!”

    “E’ più semplice di quello che credi, davvero! Su forza, sali sulla mia schiena così sarà più semplice montare!”. Bunny ci pensò qualche secondo, i cavalli le piacevano moltissimo ma non si sentiva sicura, non credeva di potercela fare. Poi pensò a tutto quello che aveva fatto Seiya, alla sorpresa che aveva preparato, all’impegno che ci aveva messo. Non poteva deluderlo.

    Si fece coraggio e montò a fatica sul cavallo grigio, tentando di trovare l’equilibrio. Seiya le prese i piedi, inserendoli saldamente nelle staffe e dandole le redini “Tieni, prendi, il pollice va su mentre le altre dita sotto, devi farle scivolare e vedrai che andrà tutto bene”. Bunny annuì, anche se la paura traspariva dai suoi occhi. Una volta sistemata, Seiya salì a sua volta sul pezzato, dandosi una piccola spinta con la schiena così da farlo partire in una camminata semplice e serena.

    Bunny cercava di copiarne i movimenti così da non poter sbagliare ma per quanto s’impegnasse non riusciva a sbarazzarsi della sua rigidità. E ciò non passò inosservato. Seiya afferrò le redini del cavallo di Bunny, fermandolo.

    “Rilassati, sei troppo tesa e questo il cavallo lo percepisce”

    “Mi dispiace, sono proprio una frana” “No, non lo sei, devi solo rilassarti. Il cavallo è parte di te, non devi muoverti su di lui, devi muoverti con lui. Riesce a percepire le tue emozioni, le tue paure. Senti il suo movimento e seguilo”. Le riconsegnò le redini, riprendendo a camminare.

    Bunny respirò a fondo, voleva farcela, doveva farcela. Riprese la passeggiata, distendendo la schiena, lasciando che le redini passassero incontrastate fra le sue mani. Riusciva a seguire il movimento della sua testa, riusciva a sentire i battiti del suo cuore. Non era solo lei, ma loro, erano una cosa sola. Sorrise felice, era una sensazione mai provata prima, una sensazione unica al mondo.

    “Bravo cavallino” disse, accarezzandogli la criniera “Coral” precisò Seiya “si chiama Coral, è una cavalla”. Bunny sorrise, passando le sue dita fra il levigato pelo “Coral”. Pronunciare il suo nome fu l’ultimo passo per creare con la cavalla un legame indissolubile, un rapporto che non si sarebbe mai spezzato.

    “E invece il tuo? Come si chiama?”. Seiya diede una confortevole pacca al cavallo, come fa un vecchio amico nei confronti di chi conosce da moltissimo tempo “Questo è Oliver, è…il mio migliore amico”. Bunny sorrise con gli occhi, la sensibilità che Seiya dimostrava verso il suo cavallo era davvero rara.

    Giunsero alle pendici di una piccola collina di roccia misto erbetta che sbarrava loro la strada. Seiya scese dal cavallo, allungando le braccia per poter afferrare Bunny ed aiutarla a scendere poco dopo. Bunny si fece scivolare dalla sella, tenendo ferma la presa nelle sue braccia, avvicinandosi sensibilmente a Seiya tanto da poterne sfiorare il naso. Una volta posati i piedi a terra, si fissarono l’un l’altro senza cambiare quella distanza, perseguendo in quello loro vicinanza senza aprir bocca. E per quanto non stessero usando parole, le loro menti parlavano più di quanto avessero mai fatto in passato.

    La frustata della coda di Coral li costrinse ad allontanarsi, scoppiando in una risata chiassosa, unico rumore in quell’ambiente ultraterreno.

    Le impronte di zoccoli segnavano all’orizzonte il loro cammino, scolpite nella sabbia dove non sarebbero mai state cancellate, almeno nei loro ricordi. Seiya si inginocchiò, osservando la strana forma offerta dallo zoccolo, una piccola u, un cerchio che tuttavia non si chiudeva, lasciando uno spazio fra le due estremità. Bunny si sedette accanto a lui, fissando a sua modo quella forma, non vedendo tuttavia le stesse cose che lo attraevano così tanto.

    “Guarda” disse, ponendole il dito all’inizio della prima estremità di quella u un po’ sgualcita dalla sabbia “vedi qui, questo punto”

    “Si…e allora?” “Ecco qui è quando ci siamo incontrati quel giorno al parco, quando tentavi di intrufolarti nel set”. Bunny lo guardò stranita, non capiva ancora dove volesse arrivare.

    Seiya proseguì, spostandole il dito poco più in la “qui invece è quando mi sei venuta addosso per strada, avevi la testa fra le nuvole come al solito”

    “Ehi non ti sono venuta addosso io, sei tu che non mi hai vista!” “Sei proprio una testolina buffa” rise, posando il dito ancora più in la “Qui invece è quando abbiamo passato quella magnifica giornata insieme, al Luna Park, ricordi?” “E come dimenticarla…è li che ho capito…” si fermò, quasi volesse tenerlo come un segreto “Cosa?” domandò Seiya “Niente, niente” rispose lei in fretta, avanzando il dito di sua spontanea volontà per deviare il discorso “E qui? Cosa c’è?”

    “Qui ho scoperto chi eri veramente, qui i segreti sono stati rivelati, qui abbiamo iniziato ad essere una parte di noi stessi ma non ancora quella vera!” rispose, per poi toccare l’ultima estremità dell’impronta di zoccolo, poco prima del vuoto che la divideva da quella iniziale “e qui infine…qui ti ho detto che ti amavo” disse, guardandola fissa negli occhi “e ti amo ancora, e ti amerò sempre” concluse, mostrandole come le due punte non si incontrassero, come vi fosse quello spazio fra le stesse “la nostra vita fin’ora è stata come questo zoccolo. Siamo partiti dal basso, per poi crescere ed infine cadere di nuovo. Ma come vedi il cerchio non si chiude, c’è ancora qualcosa che ci aspetta, la vita ha ancora qualcosa in serbo per noi, abbiamo una seconda possibilità, io ho una seconda possibilità di dimostrati cosa provo per te, cosa sono insieme a te”

    “Non devi dimostrarmelo, Seiya. Io lo so già”

    “Davvero? E allora perché vedo solo la paura nei tuoi occhi?”. Bunny tremò, erano così profonde le sue parole, riuscivano a raggiungerla dove nessun altro l’aveva mai sfiorata.

    “Non ho risposta a questa domanda. Vivo nell’ombra…esattamente come te”. Seiya le accarezzò il viso, sapeva che non gli avrebbe detto altro ma si fidava, si fidava di ciò che provava, di ciò che vedeva.

    Si alzò in piedi, aiutandola ad alzarsi e conducendola sopra quella collina. Il mare era perfettamente visibile dalla sua cima, ne invidiava un po’ la serenità del suo essere così, senza pensieri né preoccupazioni.

    “Ti ho portato qui perché è il posto più bello dove poter vedere il tramonto” “Davvero?”

    “Si, vedi proprio qui davanti hai il perfetto ovest, tra poche ore il sole cadrà esattamente di fronte a te”. Bunny si guardò intorno, era davvero un incanto, sembrava disegnato apposta per lei. Lui la conosceva, sapeva ciò di cui aveva bisogno in ogni singolo momento.

    “Seiya?”. Seiya si voltò, fissandola nei suoi occhi specchianti il mare “grazie!”. L’abbracciò, lasciando che la sua testa si appoggiasse alla sua spalla, nell’attesa di quel tramonto indimenticabile.

    Chiusero gli occhi, la stanchezza della giornata era stata notevole. Il silenzio della natura fu solo l’assaggio delle dolci melodie intonate dalla spuma del mare che giungeva alla spiaggia per poi ritirarsi timida. Il sonno arrivò in men che non si dica e sulle ali di qualsivoglia creatura leggendaria, si addormentarono l’uno accanto all’altro, insieme, proprio come desideravano.

    Un turbine d’aria fredda la svegliò improvvisamente. Bunny si alzò, strofinando le mani sulle braccia per scaldarsi. Il cielo era rosso porpora, il tramonto era alle porte. Guardò di fronte a se, convinta di ciò che avrebbe visto. Eppure non era così, qualcosa non andava. Si girò di scatto, guardando alle sue spalle, non riuscendo a capire ciò che vedeva.

    Scosse leggermente Seiya che si svegliò prontamente rendendosi conto delle ore spese a dormire su quella rupe “E ora!” disse entusiasta, accorgendosi poi del velo di inquietudine che aveva mascherato il volto di Bunny “Bunny…che succede?”

    “Seiya, sei sicuro che questo sia il punto più ad Ovest?”

    “Ma certo che ne sono sicuro, al cento per cento! Ma perché mi chiedi…”. Si bloccò. Guardò di fronte a se, verso Ovest, verso quel punto che avrebbe dovuto regalargli il tramonto, ma non vide altro che buio. Eppure l’ombra dei loro corpi era perfettamente disegnata sull’erba, c’era ancora luce che li inondava dalle spalle.

    Si voltò a fissare Bunny che, come stregata, continuava a guardare completamente dalla parte opposta. Si girò, prendendo atto di ciò che in quel momento la stava sconvolgendo così tanto, di ciò che non riusciva a capire perché spiegazioni non ce ne erano, per davvero.

    “Com’è possibile?” bisbigliò “Io ne sono certo, non è possibile”

    “Qualcosa è cambiato…” tentennò Bunny, guardandolo negli occhi “non ti sei sbagliato, il punto è giusto” disse, rivolgendo nuovamente lo sguardo di fronte a se “E’ il Sole…sta tramontando ad est”.
     
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    oh cavolo! :blink: ecco che iniziano a notarsi i primi cambiamenti...chissà quali altre sorprese ci saranno :blink:
     
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  7. *.Crystal.*
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    Quante sensazioni in questo capitolo, prima si sente la preoccupazione di Bunny perciò che ha combinato.
    Poi ho percepito tanta dolcezza tra Seiya e Bunny, fantastico la loro cavalcata insieme fino alla spiaggi per guardare il tramonto, ma il finale, si è capovolto il mondo per ciò che Bunny ha fatto?
    Ti faccio mille complimenti e sono curiosa di sapere cos'altro accadrà.
    Ciao a presto.
     
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    jump and touch the sky.

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    aaaawww che dolci seiya e bunny^^!!!!! Semplicemente stupendi^^

    Ma... perchè il sole tramonta a est adesso??!?
    Non si può mai stare un attimo in pace...XD
    Attendo con ansia il prossimo capitolo!!
    Ciao!!
     
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  9. Etolies
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    Grazie ragazze :) <3
     
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  10. *.Crystal.*
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    :) grazie a te ^_^
     
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  11. Etolies
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    -CAPITOLO 3-

    -PAGINE STRAPPATE-

    Su e giù. Si sale e si scende. Così fa il sole, così fa la vita. Sale, percorre il suo cammino, lo stesso identico cammino di sempre, poi scende e si nasconde per risalire un’altra volta il giorno dopo, e quello dopo ancora. E la vita inizia così, prima è piccola, appena sveglia, poi inizia ad allargarsi, inizia a salire per le gioie e le aspettative che ti da costantemente, fino a scendere ad un certo punto e spegnersi alla fine del tempo. Il giro è sempre identico, ruota attorno ad un disegno più grande di tutti, più grande di se stessi. E se non fosse più così? Se qualcuno avesse girato la ruota nel senso opposto cosa accadrebbe? Se invece di andare avanti si tornasse indietro sarebbe lo stesso? E’ possibile fare scelte diverse, ripercorre i propri passi senza alcuna conseguenza?



    Seiya e Bunny si stringevano tenacemente la mano mentre osservavano il sole calare ad est di fronte ai loro occhi ed il buio impossessarsi dell’ovest alle loro spalle. Sembrava quasi che stessero vivendo all’incontrario. Non c’erano spiegazioni, non era scienza. Era qualcosa di sbagliato, qualcosa che era cambiato. Ma perché? La palla di fuoco rosso incandescente appariva tranquilla mentre sviava la strada per la quale era stata creata. Stava andando contro le regole, contro ciò che era stato prestabilito per lui.

    Bunny si rivedeva in fondo in quel sole. Anche lei aveva sgarrato alle regole, non le aveva rispettate. Anche lei aveva deciso per una strada diversa, per un destino difforme. Ma nella sua mente correva lo stesso pensiero fisso, la stessa convinzione: il sole stava sbagliando. Non doveva tramontare ad est. Da sempre, da quando conosceva questo mondo, lei sapeva che avrebbe dovuto tramontare ad ovest, non poteva fare l’incontrario come aveva fatto…lei. E allora perché lei si e il sole no? Perché avrebbero dovuto avere un trattamento diverso? In fondo anche lui apparentemente aveva scelto una vita diversa da quella che gli era stata predestinata. Forse perché era così e basta? Non se lo spiegava ma vedere il sole tramontare dal lato opposto la terrorizzava. La terrorizzava il pensiero che forse non tutte le scelte sono giuste. Forse nemmeno la sua.



    “Bunny! Bunny!”. Seiya le scosse il braccio. La osservava come imbambolata davanti a quello spettacolo così inusuale, con gli occhi sbarrati sui raggi che si addormentavano su un fianco diverso dal solito. E questo non lo tranquillizzava affatto. “Bunny dobbiamo tornare al Palazzo, dobbiamo informare la Principessa!”

    “Sta cambiando tutto” sussurrò, mentre l’ultimo spiraglio di luce li abbandonò al buio “Ora cambierà tutto”

    “Ma cosa stai dicendo? Bunny! C’è qualcosa che non mi hai detto?”.

    Bunny lo osservò. Non poteva dire niente, l’aveva promesso, non poteva fare altro che mentire. Scosse il capo, facendo finta di niente, sperando che quello bastasse. Seiya non chiese altro, era cosciente che non le avrebbe detto niente, almeno non in quel momento.

    Corsero giù per la collina, riconducendo i cavalli al loro posto, dove sarebbero rimasti al sicuro. Almeno loro. La moto tuonò lampante, riportandoli al Palazzo in men che non si dica. Il paesaggio era così diverso da come l’avevano lasciato. I fiori non risplendevano più con i loro colori vivi e puri, i petali si erano racchiusi in se stessi, spaventati dalla notte, quasi fosse una nemica che li avrebbe circondati per moltissimo tempo. Gli alberi si muovevano in modo strano, sembrava che la natura stesse percependo qualcosa che ai loro occhi era totalmente inesistente.

    La rampa si abbassò al passaggio della moto su un apposita tavoletta incastonata nel pavimento, permettendoli di riporla al suo posto, prima che qualcuno in particolare si accorgesse della sua assenza. Ma era troppo tardi.

    Ad attenderli, con la schiena appoggiata all’umido muro del sotterraneo, Yaten non aspettava altro che urlare contro al fratello, ignorando ciò che stava accadendo.

    “Seiya, dobbiamo parlare!”

    “Non ora Yaten” rispose frettoloso, aiutando Bunny a scendere dalla moto. Yaten s’indispettì, non facendo caso alla fretta che stavano mettendo nel fare ogni movimento “Non puoi andartene in giro con la mia moto e poi rispondermi in questo modo! Un “mi dispiace” sarebbe gradito”

    “Non ora, ti ho detto” ribatté crudo, salendo velocemente i gradini interni all’edificio che l’avrebbero condotto nell’ampio salone d’entrata. Yaten li seguì inviperito, provava profondo fastidio quando non veniva considerato. Il suo egocentrismo a volte era davvero eccessivo.

    Salirono svelti le scale, correndo lungo tutto il corridoio, non si vedeva nessuno in giro, ma quello era un problema successivo.

    “Mi volete dire che sta succedendo?” urlò Yaten, persistendo nell’inseguimento.

    I passi pesanti e ripetuti sul parquet fecero vibrare le stanze circostanti, insospettendo chi vi era al suo interno. A metà del passaggio, una prima porta si aprì, lasciando che lunghi ciuffi neri vi sbucassero all’esterno “Ma che succede?” domandò Rea, vedendo poco dopo Seiya, Bunny e Yaten passare di fronte a lei in rapida camminata. Li vide allontanarsi sempre di più, ma l’espressione preoccupata dei loro volti non passò inosservata.

    “Ehi aspettatemi!” urlò uscendo dalla stanza “Rea, dove vai?” chiese Morea, poco dietro di lei ma non fece in tempo a sentirne la risposta che era già lontana. Morea si affacciò al corridoio, girandosi poi velocemente alle sue spalle “Andiamo ragazze!” incitò a Marta ed Amy, sedute sui rispettivi letti “sta succedendo qualcosa!” disse, seguendo anch’essa Rea in quella che sembrava essere diventata una gara campestre.

    Da tre che erano si ritrovarono in sette a correre nella stessa direzione, dei quali solo due conoscevano la destinazione. Il lunghissimo corridoio stava per giungere alla fine ma un’altra anta si spalancò prima di arrivarci “La smettete di fare questo fracasso?”. Taiki uscì dalla sua camera, con un libro stretto fra le mani, accorgendosi così di cosa stava accadendo fra le mura del Palazzo “Yaten…” sbuffò fra se e se. Ripose il libro a terra e li seguii, fino a giungere ad un’altra porta ancora, l’ultima porta. La porta di Kakyuu.

    Era ancora chiusa, esattamente come la sua mente, intrecciata da angusti pensieri. Seiya sbatté il pugno sul legno più di una volta, senza tuttavia aver mai risposta. Voltò gli occhi verso Bunny, quasi a voler cercare un’approvazione. Entrambi non avrebbero voluto disturbare la Principessa, se non vi era stata risposta un motivo doveva esserci di sicuro. Ma il loro bisogno di sapere in quel momento era più forte del rispetto che provavano verso di lei, che si obbligavano ad avere. Aprì la porta.

    Seduta sul balconcino interno ornato di cuscini color panna, Kakyuu osservava la notte, con la testa appoggiata al freddo vetro della finestra dai lucenti infissi bianchi. La forma esagonale le permetteva di distendere le gambe ed aderire comodamente alla stessa, tentando di rilassarsi senza visibilmente riuscirci.

    Seiya fece qualche passo avanti con Bunny poco dietro di lui, richiudendo poi la porta alle sue spalle prima che altri potessero accedervi “Principessa, ti chiedo scusa ma ho bisogno di parlarti…abbiamo bisogno di parlarti”.

    Kakyuu inspirò profondamente, stringendo fra i pugni la pagina di un vecchio libro da poco strappata. Il rumore della carta che si piegava fra le sue mani echeggiò incontrastata, come se fosse l’unico suono esistente nell’aria. Bunny fissò intensamente quel grumo di carta, sentiva qualcosa che non riusciva a spiegare, sentiva che le parole contenute nello stesso erano di grande importanza.

    “Il nostro è il Pianete delle Stelle”. Kakyuu la distrasse, continuando a guardare all’esterno, ad osservare il cielo ma in modo diverso da tutte le altre volte.

    “Si…lo è…” rispose Seiya, anche se quella era tutt’altro che una domanda. Kakyuu posò la mano sul vetro, rilasciandovi l’impronta quasi invisibile “Come può esservi in un Pianeta Stellato…una notte senza stelle?”.

    Storditi da ciò che aveva appena detto, Bunny e Seiya si avvicinarono lentamente al vasto finestrone, alzando gli occhi verso il cielo. Un cielo buio, nero, scuro. Un cielo privo di stelle, un cielo che non si era mai visto e che mai avrebbero voluto vedere.

    Scossa e con i sensi di colpa sempre più crescenti in lei, Bunny si sedette accanto a Kakyuu, ponendo la mano sopra quei pugni che la Principessa ostentava a trattenere così ferocemente.

    “Ti prego…cosa sta succedendo?”. Kakyuu la guardò, mentre una lacrima le velava gli occhi, una lacrima splendente come quelle stelle mancanti dal suo mondo.

    “Sta cambiando, Bunny...anche se non pensavo così in fretta”

    “Ma cosa sta cambiando?” “Tutto”

    “Tutto?” “Tutto”.

    Seiya tentava invano di seguire i discorsi ma le loro parole non facevano altro che mandarlo ancor più in confusione “Ma di cosa state parlando? E perché dovrebbe cambiare?”. Bunny abbassò lo sguardo, quella era la terza volta che le chiedeva una spiegazione e per la terza volta sapeva di non potergliela dare.

    Kakyuu le alzò il mento, asciugandosi il volto “Ora non ha più senso mantenere il segreto. Devi raccontare tutto, Bunny”

    “Ma…non posso…” “Non è che non puoi. Devi” disse, alzandosi velocemente e nascondendo la pagina in tasca “Ora devo andare, starò via per qualche giorno”

    “Come te ne vai? Abbiamo bisogno di te” replicò Seiya

    “Ho bisogno di capire una cosa e solo una persona può darmi in questo momento le risposte che sto cercando”. Seiya tacque ma i suoi occhi parlavano da soli. Lei era sempre stata il suo punto di riferimento, per qualsiasi cosa. Vederla allontanarsi nuovamente era sinonimo di smarrimento, insicurezza in quello che faceva ed avrebbe fatto.

    “Non te ne puoi andare…” disse, allungando la mano affinché l’afferrasse, affinché rimanesse con loro. Kakyuu sorrise, sfiorandogli le dita, prima che una luce fioca l’avvolgesse e la risucchiasse al suo interno, con un’esplosione di energia porpora che la dissolse, trasportandola chissà dove.

    Il cigolio della porta che si apriva lentamente li attirò verso l’entrata “Dov’è la Principessa?” chiese Taiki, mentre ignaro la cercava con gli occhi “Se ne è andata” rispose Seiya, con sguardo fisso a terra.

    “Cosa significa?” domandò Yaten, ancora scocciato, ma nessuno rispose.

    Il silenzio piombò nella stanza, l’amarezza per qualcosa di sconosciuto, la paura per qualcosa di futuro. Bunny e Seiya si guardavano, occhi vicini ma corpi lontani, un segreto li divideva in quell’istante, un segreto che non avrebbe più dovuto essere tale.

    “Lasciateci soli un attimo…per favore”

    “Seiya non pensi che se c’è qualche problema sia giusto che anche noi ne veniamo a conoscenza?”

    “Certo, Taiki. Ma prima ho bisogno di parlare con Bunny. Ti prego”. Taiki annuì, anche se non era convinto della sua scelta. Mise la mano sulla spalla di Yaten, esortandolo ad uscire dalla porta e così fecero le ragazze, dopo essersi scambiati inquieti sguardi con l’amica, rimasta immobile accanto alla finestra.



    La stanza vuota ridonò loro un po’ di pace e tranquillità, un po’ di solitudine che avrebbero utilizzato per far chiarezza sugli ultimi avvenimenti, sulle cose non dette.

    Seiya la raggiunse, sedendosi accanto a lei per poi specchiarsi nei suoi occhi persi nel vuoto. Era preoccupata, riusciva a percepirlo dal respiro affannato che la contraddistingueva e non riusciva a spiegarselo.

    “Bunny, sfogati, confidati con me, sai di poterlo fare, sai che non giudicherò mai le tue scelte, le tue azioni, io…”

    “Sono tornata indietro nel tempo” disse svelta, senza pensarci un attimo, senza riflettere, prima che potesse cambiare idea. Seiya tacque. Forse quella era l’unica risposta che mai si aspettava potesse dargli, che mai avrebbe immaginato.

    “In che senso…Bunny non capisco…”

    “Sono tornata indietro nel tempo. Il Tabula Rasa, la mia memoria cancellata, è accaduto tutto. Ma…non ha funzionato”

    “Non ha funzionato? E’ impossibile…” “Invece è possibile, ho ricordato tutto. E’ stato l’amore a farmi ricordare. Sei stato tu”. Seiya la osservò impallidito. Quelle parole, quella serietà che stava impegnando nel pronunciarle. Non sembrava nemmeno lei.

    “Sono successe così tante cose da quando sono tornata sulla Terra” iniziò, con le lacrime che le rigavano intensamente il volto, come graffi sulla pelle di un dolore che faceva fatica ad andarsene “abbiamo incontrato così tanti nemici, tutti volevano sempre la stessa cosa, mi hanno ossessionata, braccata…hanno lasciato che perdessi me stessa”. Seiya seguiva il discorso attentamente, come un bambino fa durante il racconto di una storia fatta di magia ed avventura, rapito dalla sua bocca che si muoveva all’unisono con il cuore.

    “Ma poi sei arrivato tu. Sei arrivato e mi hai salvata…un’altra volta” rise, ed una lacrima cadde all’interno del labbro inferiore, confondendosi con suo il rossore.

    “E poi…” proseguì seria “poi ti ho perso, ti sei sacrificato…per me. Ed io non avevo scelta, non potevo sopportarlo, non più. E così sono tornata indietro nel tempo…e quando ti ho rivisto, li, sul quel terrazzo, davanti a me…quando ti ho visto ho capito una cosa…”

    “Cosa…?” domandò, impaziente e terrorizzato allo stesso tempo.

    “Ho capito che ciò che fin’ora ci ha consumato, ciò che ci ha diviso…ci ha solo uniti ancora di più”.

    Seiya indugiò per molti secondi. Le dichiarazioni di Bunny l’avevano sopraffatto, erano tutto ciò che da sempre aveva desiderato, sognato, voluto con tutto se stesso. Ed ora era la, era sua, e quelle lacrime che così intensamente stava versando erano la prova di ciò che il suo cuore sentiva per lui, di ciò che la sua mente temeva se lui fosse stato lontano.

    “Mi stai dicendo che hai rischiato tutto, mettendo tutti in pericolo…”. Bunny ne rimase affranta, abbassando immediatamente lo sguardo “…o mi stai dicendo che hai rischiato tutto…per me?”.

    Levò immediatamente gli occhi, posandoli sui suoi. Lo vide sorridente, felice, incredulo.

    Seiya allungò la mano, ponendola sulla guancia ed asciugando le lacrime con il pollice. Aveva il viso caldo, pieno di ardore e sentimento, un sentimento a lungo celato e troppo poco espresso.

    “Hai rischiato tutto per me, Bunny”. Bunny chiuse gli occhi, adagiando meglio la gota alla sua mano e stringendone il palmo con la sua “Ho paura, Seiya. Ho paura di quello che accadrà, ho paura che succeda qualcosa per causa mia”

    “Non devi aver paura, Bunny. Siamo io e te, ricordi? Finché staremo insieme non succederà niente”

    “Tornando indietro ho cambiato tutto, ho modificato ciò che era scritto”

    “Il nostro futuro ce lo creiamo noi, Bunny. Ricorda…” disse, avvicinandosi efficacemente a lei, tanto da poterne condividere il calore “l’amore non è scritto…l’amore è vissuto”.

    Afferrò il viso fra entrambe le mani per avvicinarla al suo e lasciarsi in un bacio senza tempo. Aderite perfettamente le labbra, Seiya la cinse per i fianchi, mentre Bunny si avvicinava sempre di più fino a toccarne il petto ed incrociare le gambe dietro al suo busto. Non erano mai stati tanto vicini da quella prima volta in cui i loro sguardi s’erano incrociati, da quella volta in cui capirono che le loro vite sarebbero cambiate radicalmente. Quello non era un bacio qualunque, non era il primo, non era l’ultimo. Era il bacio, quello vero, quello sincero, quello che ti fa palpitare, quello che ti fa comprendere veramente la ragione per cui vivi, per cui sei.

    Staccandosi leggermente dalla sua esistenza, Seiya le accarezzò la fronte, portandole indietro i ciuffi scompigliati dal vento di quel tramonto così bizzarro “Non so quello che accadrà, non so cosa dovremmo ora affrontare. Ma qualunque cosa sia riusciremo a superarla, te lo prometto. E quando tutta questa storia sarà finita, vorrei tanto che tu rispondessi ad una domanda…”

    “…di cosa si tratta?”. Seiya la scrutò, dandole un tenero bacio sulla punta del naso, con la piena coscienza che ciò che stava per dire avrebbe davvero modificato tutto, per sempre.

    “Sposami”.


     
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    Tesora ricorda nel primo post di mettere tutti i dati riportati nel topic Come postare una Fan Fiction ;)
     
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    Seiya: "Sposami"....
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    Etoiles sei bravisssssssssssima continua cosììììì!! <3<3
     
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