Love the Second time around

Part 22

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  1. stellina_bg
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    Finally the translation of the first chapter of the fan fiction. Sorry for the delay, but I've never found the time :aiuto.gif:
    Finalmente ecco a voi la traduzione del primo capitolo della fan fiction di Chette/Yakuri. Mi scuso per il ritardo, ma non trovavo mai il tempo :XD.gif:
    Siccome la storia la sto scoprendo con voi, se dovessero esserci capitoli non adatti ai piccoli, ovviamente ve lo segnalerò :P per ora potete andare tranquille :asd.gif:


    LOVE THE SECOND TIME AROUND - PART 1
    © Fan fiction by Chette-Yakuri/ Traduzione italiana by Stellinabg


    "Voglio vederla…"

    "Ora sarà regina"

    "Voglio vederla…"

    "Non è tua"

    "Ho molta voglia di vederla"

    "Non puoi cambiare la provvidenza"

    "Accidenti! Voglio vederla!"

    Fighter strinse il pugno e lo batté forte sul tavolo reale. Healer, Maker e la principessa Kakyuu rimasero sorpresi della sua reazione. Erano passati molti anni da quando avevano fatto ritorno al loro pianeta (Kinmoku) e Fighter non era mai tornata alla sua vita abituale. I giorni trascorrevano e lei voleva essere un umano...voleva essere Seiya…voleva stare con lei... Ora, ne aveva abbastanza. Voleva ritornare sulla terra, essere Seiya e stare con lei.

    "Fighter..."

    "Sto morendo dentro, principessa...lei è la mia vita...", disse, guardando in basso. "Prima non avevo alcuna possibilità di lottare per lei e per i miei sentimenti...ma ora sono pronta, sono pronta ad affrontare Mamoru-san e lei"

    "Ti farai male", disse Healer, aggrottando le sopracciglia.

    "A-Almeno potrei vederla, anche se non sto con lei...Mi sembra ancora di vederla. No, così è una tortura!", disse, passando lentamente lo sguardo su di loro. I suoi occhi erano supplichevoli e le lacrime iniziarono a cadere. "Per favore, Principessa... Fammi tornare da lei ... Io voglio diventare un umano...voglio vivere accanto a lei”

    Capitolo 1: “Reunion” imprevista

    “Che ne dici, dovrei fargli il naso rosso?" chiese Usagi Tsukino (20 anni) con un sorrisetto malizioso mentre sbuffava verso il contenuto della trousse di Minako Aino."Un clown deve avere un naso rosso, non pensi?"

    Gli occhi scuri della direttrice Akane Gushiken brillavano, appena lei rise e si mise a guardarla. Ovviamente, Usagi Tsukino era cresciuta fisicamente ma non mentalmente ed emotivamente. Avrebbe parlato ancora senza dare peso alle sue parole. "Dai, Usagi! So che sei stata obbligata, ma non abbiamo scelta. Minako è occupata nello Studio Quattro, Rei con il suo tempio, Makoto con il suo incarico da insegnante di cucina e Ami con i suoi studi. Tu sei l'unica ad essere disponibile per fare l’assistente make-up."

    Usagi si accigliò, "Sai cosa, vorrei che Minako non mi avesse insegnato come applicare il trucco". Sospirò, ma era costretta a farlo perché Minako era diventata una star due anni prima e Usagi era stata la sua addetta al trucco da allora. "Mi sento come se fossi un robot," disse, aggrottando le sopracciglia. All'età di 20 anni, tutti loro vivevano la propria vita, tranne lei. Fino ad allora era stata ad aspettare il ritorno di Mamoru, era stata costretta a occuparsi di politica perché era destinata ad essere una principessa e, in futuro, a governare il mondo. "A volte vorrei...poter vivere la mia vita sai?" disse, senza rendersi conto di parlare ad alta voce.

    Akane, mentre sorseggiava il suo caffè, la guardò: "Già, mi chiedevo perché…ti lasci manipolare dagli altri. Perché? Perché non segui i tuoi sogni? O alcune delle cose che vuoi?", chiese.

    "E’ una storia lunga" rispose Usagi, traendo un sospiro teatrale, "Che tu ci creda o no, la mia vita è già pianificata." Poi tornò la ragazzina allegra di sempre: "Che ne dici se lavoro solo un po’ sulle sopracciglia? Le farò con una bella punta. Sembrerà un diavoletto e…”

    "Oh, ci sei!" Akane la interruppe bruscamente, mettendo giù il suo caffè e dirigendosi verso la porta con la mano tesa. "Sei in anticipo!"

    "Molto divertente Akane-san" disse Usagi con una risata, sicura che Akane stesse scherzando. Il cantante sarebbe dovuto essere lì non prima di altri dieci o quindici minuti, anche se fosse arrivato in anticipo. Non avrebbe mai trovato la strada per lo studio. Alzò lo sguardo, ancora ridacchiando. Ma la risata le morì in gola. Il cosiddetto “pagliaccio” stava guardando dritto verso di lei, con un'espressione familiare nei suoi occhi azzurri e un sorriso disorientato apparve sulle sue labbra. Usagi gemette. Sarebbe voluta scappare. Lei non voleva dire quello che aveva detto.

    Nonostante avesse salutato in modo assente e con una stretta di mano Akane, non riusciva a staccare gli occhi da lei, la donna che lo aveva appena etichettato come un clown. Finalmente. Dopo aver mantenuto il controllo per diversi giorni per impedire a sé stesso di correre verso casa sua. Finalmente. Era tornato e lei era lì. Cercò di evitare di ridacchiare appena gli tornò in mente ciò che aveva appena detto al loro primo incontro. Non poteva credere che dopo tutti quegli anni, la sua voce acuta continuasse ad essere come musica per le sue orecchie, una dolce melodia che gli faceva battere in modo irregolare il cuore.

    Dopo tutti questi anni...

    Si schiarì la voce e lasciò la presa sulla mano di Akane. "Non volevo interrompervi", disse alla fine. "Scusate, ma sembrava non esserci nessuno di turno alla reception e mi è stato indicato di venire qui, quando la ho nominata, Direttrice Akane. Devo aspettare da qualche altra parte?".

    Nonostante il pregiudizio di Usagi verso di lui, ebbe la sensazione di un déjà-vu, la sensazione di familiarità, come se avesse già incontrato la persona che stava in piedi davanti a lei. Inoltre, anche lei non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse tranquilla e piacevole la sua voce e quanto i suoi modi fossero umili. Argh, maledizione, pensò, perché gli ho detto queste cose? Facendo un lungo sospiro, si chiese da quanto tempo fosse arrivato e quanto avesse sentito della sua rude conversazione.

    "Bentornato nel mondo dello spettacolo...Seiya Kou", disse Akane, sorridendo.

    Usagi spalancò le palpebre. "S-Seiya?"

    Dopo un silenzio imbarazzante, Akane si schiarì la gola, ricordando loro che era ancora in quella stanza. "Mi dispiace, la receptionist non era alla sua scrivania, Seiya.”, disse. "E…”, afferrò le spalle di Usagi e la spinse verso Seiya: "E la vera addetta al make-up è assente, così ho chiesto a Usagi di aiutarci. Lei è un grande aiuto. Vero, Usagi?".

    Usagi si morse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo. Perché non lo aveva riconosciuto prima? C’erano forse stati dei cambiamenti sul suo volto? Ma anche se ce ne fossero stati, lei non fu in grado di trovarne nemmeno uno perché continuava a fissare il pavimento.

    "Giusto, Usagi?"

    "G-giusto. S-Sì, certo! A-Almeno ora posso fare il trucco a qualcuno che conosco...pensavo che fosse uno sconosciuto", disse, evitando gli occhi di Seiya. Sentiva gli occhi del ragazzo su di lei e si sentiva come un gelato che veniva sciolto dal suo sguardo.

    "Beh, meglio affrettarsi ora, tra un’ora Seiya è atteso per un’intervista per il suo ritorno", disse, lasciandoli soli.

    Usagi rimase lì, senza muoversi. Non riusciva a muoversi. Desiderò che il cielo si fermasse a partire da lei. Si sforzò di guardarlo, poteva vedere dei leggeri lampi brillargli negli occhi e sembrava che il suo corpo fosse stato colpito da una raffica di colpi ad alta tensione. Le sarebbe servito il potere di Sailor Jupiter per deviare l'energia elettrica.

    "Testolina buffa?"

    Accidenti. Di nuovo quel nome. Perché gli era suonato come una dolce musica alle sue orecchie? Anche Mamoru la chiamava così, giusto? E allora perché il suo cuore batteva molto più velocemente ogni volta che Seiya la chiama così? Dopo i cinque anni di assenza di Seiya, pensava che la sua vita sarebbe tornata alla normalità. Ma si sbagliava, la sua vita non era mai tornata la stessa di un tempo. Iniziò a sentire la mancanza dei Three Lights, specialmente quella di Seiya. Il modo in cui camminava verso di lei, il modo in cui la prendeva in giro, il modo in cui le confessò i suoi sentimenti per lei... Le era mancato tutto di lui.

    La seconda volta che Mamoru partì per America, Usagi non ne soffrì più di tanto e durante quegli anni non aveva desiderato Mamoru, anzi aveva desiderato lui.

    "Testolina buffa?"

    È questo l'amore? No, forse è solo la nostalgia provata verso un amico. Ma cosa sarebbe successo se questo fosse stato amore? Che dire di Mamoru? Perché comparava i suoi sentimenti per Mamoru con quelli che provava per Seiya? E perché sentiva vivo il suo cuore ora che era tornato? Che cosa gli era successo, però? C’era di nuovo qualcosa che non andava? Avrebbero dovuto combattere un altro nemico? Perché era di nuovo lì? E perché aveva ripreso la sua carriera di cantante?

    "Testolina buffa?"

    Usagi sbatté le palpebre e arrossì. "S-sì?"

    "Il trucco, l’intervista, tra un'ora?" disse, mostrandole un sorriso a lei familiare. Un sorriso che riusciva sempre a far sorridere Usagi.

    "S-sì! Ti andrebbe di prendere posto, allora?", chiese cercando di mantenere un certo decoro. Tono perfetto. Fresco. Calmo. Controllato.

    Seiya fece un sorrisetto. "Quando tempo, testolina buffa", disse salendo agilmente sull’alta poltrona da trucco in stile persico, accanto al tavolo dove Usagi stava lavorando.

    Mentre tornò a guardare tutte le cose di cui aveva bisogno, continuò a riflettere su di lui. Gli occhi di Seiya non lasciarono il suo viso. Usagi sospirò e tirò fuori diversi fazzolettini dalla scatola e gli restituì un sorriso tirato.
    "P-Protezione", mormorò. "Posso?", chiese e Seiya, annuendo, strizzò l'occhio. Lei arrossì febbrilmente e cominciò ad allentare la cravatta gialla, poi sbottonò un pulsante e prudentemente inserì i fazzolettini nel suo colletto della camicia verde, cercando di fare ciò senza toccare il suo collo. Scosse la testa, cercando di far andare via il calore che sentiva in faccia. Stava arrossendo parecchio e Seiya avrebbe potuto notarlo.

    "Non sei cambiata"

    Usagi si accigliò. "Fatti gli affari tuoi", disse, mentre apriva la crema. Iniziò ad applicargliela sul collo. La sua mano tremava al contatto con la sua pelle calda. Cercò mentalmente una spiegazione razionale per il suo comportamento così stupido: perché si sentiva così?

    "Sei ancora bella come sempre"

    Mise un po’ di fondotinta su una spugna e glielo applicò. Non riusciva a respirare e lottò affinché non respirasse troppo profondamente, soprattutto quando lo sentì parlare. "I…Io sono sempre bella ... sempre", disse, iniziando a spargere con la spugna la base sulla fronte, facendo strani movimenti, come se fosse troppo caldo al tatto. "T-Tu non sei...", deglutì, "non sei cambiato", mormorò, incapace di sopportare il silenzio. "Ti prego, smettila di guardarmi così", disse, infine, con decisione.

    Seiya le sorrise. Non poteva che essere contento del fatto che Usagi fosse scossa quanto lui. La sua pelle bruciava ancora nei punti in cui le dita della ragazza avevano passato la spugna sul collo: "Non riesco a smettere di guardarti... Mi sei mancata così tanto", confessò.

    Usagi girò di lato la testa e sorrise con aria assente. Mi è mancato?

    "Quindi questo è il tuo lavoro? È così che ti alleni a diventare la Neo-Regina Serenity del III millennio?", chiese Seiya.

    "Io…sto solo aiutando Akane", disse, "non sapevo che eri tu", sospirò e lo guardò, fermando il suo lavoro.
    "Seiya, c’è qualcosa che non va?"
    Seiya evitò il suo sguardo.
    "Sei qui per una missione? Dobbiamo combattere un nuovo nemico?", chiese con tono grave.

    "Non devi preoccuparti. Sono venuto qui per una ragione. E se dovrò combattere, lo farò da solo", disse, guardandola nei suoi bellissimi occhi. "E' mia la lotta, è una lotta personale."

    "Posso aiutarti?", chiese la ragazza.

    Seiya sorrise: "Vorresti aiutarmi?"

    "Se posso aiutarti, certo!" disse, riprendendo il suo lavoro. "So che siamo in grado di affrontare bene qualsiasi cosa".

    Seiya sorrise, "Già. Qualsiasi cosa", disse, rilassandosi leggermente. "Come ti va la vita? Dove sono le altre?"

    "Siamo tutte all’università. Ami frequenta un corso di Medicina perché un giorno vuole diventare un medico proprio come sua madre. Minako è già una cantante famosa", disse e Seiya annuì. "Come saprai già, lei studia le Belle Arti. Mako sta studiando per diventare una cuoca e Rei, invece non va all’università, ma ha iniziato ad allenarsi per diventare una sacerdotessa nel suo tempio.”
    Si sentì sollevata che Seiya stesse cercando di chiacchierare con lei in quel modo, una normale conversazione. Ora, se solo avesse anche distolto il suo sguardo, sarebbe stato perfetto. "Michiru è già un artista e proprietaria di una galleria, Haruka è una pilota famosa e Hotaru sta frequentando lo Juuban High School", aggiunse.

    "E invece...Mamoru?" chiese a bassa voce, ma sapeva che Usagi aveva sentito perché smise di lavorare sul suo volto e ci fu un cambiamento nella sua espressione.

    "Mamo è ancora in America", disse, "L'ultima volta che l’ho sentito è stato un mese fa... E’ un professore di Harvard ora, sta facendo un dottorato di ricerca o qualcosa del genere", disse, sospirando.

    "Ti ha lasciata di nuovo?" chiese, aggrottando le sopracciglia.

    Usagi si mise a ridere, ma non c'era tristezza in faccia. "Sono abituata. Voi ragazzi mi lasciate sempre."

    Seiya si accigliò "Beh sì, l’ho fatto," si fermò, "ma almeno sono tornato", disse, sorridendo.

    "Eh già..."

    "Ma perché studia quel corso? Non dovrebbe studiare politica visto che un giorno diventerà un regnante?"

    "Chiudi gli occhi, per favore", lo interruppe lei. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era quello di sentirgli fare una lunga predica su Mamoru e la sua vita. Si era fatta anche lei quella domanda. Perché Mamoru poteva fare quello che voleva mentre a lei non era permesso farlo?

    Seiya rimase tranquillo mentre Usagi gli applicava un sottile strato di trucco nell'area sotto le sopracciglia. Sapeva che c'era qualcosa di strano, ma anche di meraviglioso nella strana reazione della Usagi di ora, rispetto a quella di cinque anni prima. Quando cominciò a spalmare il fondotinta lungo i lati del naso, Seiya aprì gli occhi e la guardò di nuovo. Potrebbe essere? "Ti sono mancato anch'io, testolina buffa?" chiese dolcemente. Usagi arrossì e il battito cardiaco di Seiya aumentò. "Ho ragione!"

    "Smettila. Quando le persone ti applicano il trucco, dovresti smettere di parlare", disse con schiettezza.

    Lui la guardò con uno sguardo perplesso. "Davvero? Non me lo ha mai detto nessuno"

    "Stai rovinando il mio lavoro"

    "Che vuoi dire? Sono seduto qui e obbedisco ad ogni tuo ordine.", protestò con un sorriso a stento represso. Per lui, era davvero impossibile non godersi le emozioni che lei continuava a suscitare in lui.

    "Sai bene cosa voglio dire", disse, fissandolo. "Dovresti smetterla di parlare"

    "Ti sto mettendo a disagio?", chiese Seiya, con il suo tipico modo di fare. Diceva sempre le cose in modo diretto.

    "Un po'" ammise Usagi, non del tutto onesta. Era davvero a disagio. "Smettila di flirtare con me", aggiunse.

    Seiya rimase a bocca aperta: "Oh! Testolina buffa, non sei più una stupida…"

    "SEIYA KOU!"

    Seiya ridacchiò, mentre Usagi ringhiava. "In realtà, testolina buffa... Non riuscivo a smettere di flirtare con te nemmeno in passato. Ma sto cercando di farlo. Davvero." Usagi scosse la testa e continuò ad applicare il trucco su di lui. "Ehi, sei libera dopo la mia intervista? Possiamo andare a prenderci un gelato"

    "Chiudi la bocca, per favore", disse Usagi, decidendo che era ora di lavorare sulla zona intorno alle sue labbra davvero ben scolpite. Le labbra che una volta erano state sul suo viso. Poteva ricordarlo ancora. Smettila di pensarci!, gridava nella sua mente.
    "Non mi piace più abbuffarmi di cibo", aggiunse debolmente. Bugia... Amava ancora abbuffarsi di cibo e lei era ancora l’Usagi-golosona, ma non poteva uscire con Seiya. Non più. "Hai le fossette, mi manca da fare la dentatura e poi avrai un divertente segno bianco quando sarai serio"

    "Finché ci sarai tu in giro, testolina buffa...penso proprio che continuerò a sorridere"

    Usagi non potette fare a meno di arrossire, ma fissò ancora una volta Seiya, poi alzò lo sguardo mentre appoggiava il pollice sulla punta del suo naso, il dito indice sotto il suo mento e gli chiuse delicatamente la bocca "Ora devi guardare verso il soffitto”, gli ordinò. "E chiudere la bocca", aggiunse.

    "Perché devo tenere la bocca chiusa?", chiese, "Non stai truccando le labbra e gli occhi"

    "Voglio che tu faccia come ti dico e tu sai perfettamente il perché"

    "... per baciarmi?"

    Gli occhi di Usagi si spalancarono e il suo battito cardiaco aumentò. "Guarda il soffitto e smettila di parlare", disse, spalmando il fondotinta sopra la sua mascella perfetta, notando a malincuore che aveva delle ossa meravigliose. Perché non l’ho notato prima? Il suo viso è davvero perfetto - Forse perché ero troppo stupida e giovane prima. Diede un'occhiata per vedere se stava facendo come gli aveva chiesto e cioè se stava tenendo gli occhi fissi verso l'alto. Ma non era così. Il suo sguardo era fisso su di lei e le sue labbra era curve in un leggero sorriso d'intesa. Improvvisamente ebbe un brivido e non riuscì a distogliere lo sguardo da lui o di finire ciò che doveva fare.

    "Sei brillante come sempre, testolina buffa..." disse, con voce dolce e flebile.

    Lei deglutì. "Ti sto solo mettendo un po’ di fondotinta ", disse con disinvoltura. "Ed ho quasi finito. Grazie a Dio", sussurrò. Il suo desiderio di terminare il lavoro fu la sua rovina. La spugna le sfuggì dalle dita e si diresse direttamente verso la giacca rossa di Seiya. "Oh no!"

    Ma prima che potesse finire sulla giacca rossa, Seiya riuscì ad afferrarla. "Sei sempre la solita. Carina, bella e maldestra", disse sorridendo. "La testolina buffa che mi mancava...".
    "Ecco”, disse, dandole la spugna.

    "G-grazie"

    Seiya si guardò le dita e le mostrò a Usagi, "Mi sembra di essermi sporcato la mano con questa roba. Hai qualcosa per pulirmi?"

    "Sì, certo", rispose Usagi, frugando nella borsa. Prese un pacchetto di salviettine, l’aprì con la bocca e afferrò la mano di Seiya. Iniziò a rimuovere il fondotinta dal palmo della mano rivolto verso l'alto e poi lo pulì tra le dita. Grosso errore, pensò dopo pochi secondi. Sapeva bene che le dita parlano. Così, gli diede il pacchetto di salviette, dicendogli: "Ti puoi pulire da solo".

    "Perché non puoi farlo tu?"

    "Perché..."
    Usagi voltò le spalle.
    "Devo…devo pulire tutto questo..."

    "Va bene così?" chiese Seiya, passandosi ancora la salvietta sulle dita.

    "Sì…non hai bisogno di altro trucco", disse, rimettendo tutti i contenitori di trucco nella borsa.

    Si alzò in piedi e le sorrise. "Sono felice di non avere un naso da clown. Ma devo ammettere che sono deluso che tu non mi abbia fatto le sopracciglia diaboliche. Vanno bene con le corna che alcune persone pensano che io indossa e con questo vestito rosso", disse, mostrando il suo vestito. "Non ti pare?"

    Usagi sospirò, ricordando quello che era successo. "Mi dispiace, non volevo dire questo"

    "Lo so. Ma questo mi fa venir in mente alcune cose. Prima che ci incontrassimo, lo avevi pensato", disse, alzandosi in piedi dietro di lei. "Come ho detto, testolina buffa,…mi sei mancata"

    Usagi sospirò e si voltò, facendo cadere la sua borsa. "Cavolo!"
    Cominciò a raccogliere alcune delle cose e Seiya si mise ad aiutarla.

    Seiya vide un sacco di oggetti nuovi, "Hai un sacco di cose da ragazza ora", disse, prendendo il suo cellulare, il rossetto e qualche trucco. "Fammi indovinare...è l'influenza di Minako Aino?".
    Usagi sorrise timidamente, mentre gli occhi di Seiya si posarono su un piccolo oggetto luccicante: era il suo anello...

    Usagi si alzò in piedi e Seiya fece lo stesso. Usagi mise la borsa sul tavolo e cominciò a guardare le cose all’interno, "Dovrei aver messo tutto"
    Seiya le mostrò l'anello.
    "Oh..."

    "Questo non dovresti tenerlo al dito?"
    Usagi afferrò l'anello e lo mise nella borsa.
    "Perché non lo metti?", chiese Seiya

    "Io..."

    Seiya fece un passo più vicino a lei, "Tu...?"

    "Ho avuto ..." disse mordendosi il labbro, quando il suo sguardo si posò sulle sue labbra. Era come quando erano stati soli nella stanza privata della discoteca, 5 anni prima.

    "Hai avuto...?"

    "Ho avuto.."
    Scosse la testa e saltò quasi quando vide Seiya in piedi, molto vicino a lei. Le sue labbra erano così vicine, così allettanti, così ferme e calde...

    Nel frattempo, Seiya non riusciva a smettere di avvicinarsi a lei. Questa era la sua occasione. Non doveva lasciarsela scappare. Dio, è passato così tanto tempo... Avrebbe dovuto approfittare di questa occasione... Si piegò verso di lei, avvicinandosi sempre di più.

    Così piacevole, quella parola entrò nella mente di Usagi quando sentì le labbra di Seiya fare pressione sulle sue. Così calde e alla menta .... Era stupida di quello che stava facendo.
    Questo è sbagliato! E’ assolutamente sbagliato!, pensò, completamente sconvolta e assolutamente terrorizzata.

    Specialmente quando continuava a baciarlo...



    Edited by stellina_bg - 6/12/2011, 15:29
     
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